
23 Mag Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma. Palazzo Ducale, Urbino
Fino al 12 ottobre 2025
Curata dal Direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Luigi Gallo, da Anna Maria Ambrosini Massari e da Yuri Primarosa, e organizzata in collaborazione con le Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma, l’esposizione testimonia l’estro pienamente moderno del giovane pittore attraverso una selezione di 56 dipinti. Prima del suo genere a Urbino, città che il giovane Cantarini frequentò, la mostra è anche l’occasione per celebrare l’ingresso, nelle collezioni di Palazzo Ducale, delle opere del Pesarese che, dopo il deposito della collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e delle due grandi pale arrivate dalla Pinacoteca di Brera con il progetto 100 opere tornano a casa, presto si arricchirà di un ulteriore nucleo di opere, grazie all’accordo di comodato sottoscritto con Intesa Sanpaolo, comprendente anche cinque dipinti di Cantarini. “La mostra è l’espressione di un museo che cresce – afferma Luigi Gallo – e, dopo Federico Barocci, prosegue nella celebrazione degli artisti marchigiani, offrendo al pubblico la meravigliosa pittura di Simone Cantarini. Dalla ritrattistica alla pittura sacra, dai quadri di devozione alle composizioni filosofiche e profane, l’esposizione dedicata a Cantarini è un percorso comprendente opere provenienti da collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, che offrono un’occasione preziosa per conoscere la straordinaria creatività del Pesarese”. Verso la metà degli anni Trenta, la scelta di Cantarini di andare a Bologna stabilmente alla scuola del maestro dei maestri del tempo, Guido Reni, dimostra come fosse già consapevole che la creazione artistica fosse oramai lontana dalla sua patria. Quando nel 1631 ci fu la Devoluzione del Ducato di Urbino alla Chiesa e giunse il legato papale Antonio Barberini junior, il giovane Simone fu chiamato a ritrarlo. Possiamo ora ammirare quei ritratti in mostra: immediati, intensi, sanno esprimere tutta la passione e anche l’inquietudine di quel giovane cardinale. Si possono ammirare una ricca selezione di opere, quali la Sacra Famiglia con libro e rosa; i sublimi ritratti di Eleonora Albani Tomasi; o quello di Gentiluomo e Gentildonna con rosario; o ancora la potente coppia del Sant’Andrea della Galleria di Palazzo Pitti e del Rinnegamento di Pietro. Dopo la rottura con Reni, seguirono anni difficili. A Roma, ma conservando una base a Pesaro. Qui affiora una nuova purezza neoraffaellesca e neoveneta, in linea con una corrente che avrà tra i capiscuola il Sassoferrato. Ma il suo sguardo sa adeguare queste novità alle nuove possibilità offerte dall’unione del classicismo bolognese con il naturalismo post-caravaggesco di artisti quali la fronda dei francesi a Roma, capeggiata da Simone. In questi anni si snocciolano capolavori, tra i quali si possono ammirare in mostra La Madonna della rosa, il San Giacomo in gloria, Amore disarmato dalle ninfe, il Giudizio di Paride. Oggi la comunità degli addetti ai lavori e degli appassionati, così come il mercato internazionale, riconoscono in pieno la grandezza di Simone Cantarini, che attualmente risulta meno noto in patria di quanto non lo sia all’estero. Certamente questa mostra può essere una valida azione che, oltre a divulgare l’opera di un grande artista, serva anche a colmare questo ingiusto. (gap)
Info: Galleria Nazionale delle Marche
Didascalia dell’immagine in alto: Simone Cantarini, Agar e Ismaele nel deserto con l’arcangelo Michele
Simone Cantarini, Autoritratto
Simone Cantarini, San Gerolamo
Simone Cantarini, Ritratto di Antonio Barberini Junior
Simone Cantarini, Madonna con Bambino in gloria e i santi Barbara e Terenzio
Simone Cantarini, Giudizio di Paride
Simone Cantarini, Apparizione di Gesù Bambino a sant’Antonio da Padova