Roberto Sebastian Matta. Sculture

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Roberto Sebastian Matta. Sculture

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Giardino di Palazzo Soranzo Cappello, Venezia

Fino al 22 novembre 2015

 

Il surrealismo approda a Venezia con idoli arcaici, totem tribali, anfore che assomigliano a teste mostruose, sedie con le corna. La Biennale di Venezia rende così omaggio ad un protagonista fondamentale dell’arte del XX secolo: Roberto Sebastian Matta. Inserito nel calendario degli Eventi Collaterali ufficiali
della 56. Esposizione Internazionale d’Arte, la mostra si focalizza sulla produzione scultorea del maestro per offrire una lettura più articolata sulla sua intera opera.

 

“Matta è colui che maggiormente tien fede alla propria stella, che è forse sulla strada migliore per arrivare al segreto supremo: il controllo del fuoco” è con queste parole che, nel 1944, André Breton descrive l’artista Robert Sebastian Matta.
Architetto, pittore e, infine, mastro talentuoso nell’uso del bronzo e dei metalli, è nella produzione scultorea dell’artista che si trova la conferma delle parole del padre del surrealismo: le sue figure sembrano provenire da una profondità magmatica, risalire a ere geologiche antiche, a religioni terrene, mitologiche – l’artista controlla, conosce queste forze e le forgia in figure e strutture primarie. Le sculture sono figlie di una realtà pericolosa, dalle domande dell’uomo, ma anche dalle esplosioni vulcaniche della natura e della terra, che Matta ha il compito di interrogare: le sue figure contorte, articolate ricordano gli incubi primitivismi dell’avanguardia parigina e accompagneranno l’artista fino alla fine della sua carriera. Sono figure nate da episodi reali, non dettati dall’inconscio: se infatti molti dei surrealisti lavoreranno sui temi del sogno, Matta si rifarà invece a temi politici e storici. Le sue sculture ricordano divinità antiche, che sembrano provenire dai passati mitici della Grecia, da antichità mediterranee o dalle culture del Sud America: un eclettismo di immaginari, che è il segno di un’unica eterna provenienza di archetipi umani. Animali, figure mitologiche, madri che vivono nelle profondità della terra, pietre filosofali e guerrieri: anche i loro titoli abbracciano le diverse culture di cui Matta si è abbeverato, tanto da poterlo definire un “nomade”, le cui peregrinazioni incrociano le più diverse rotte, dalla madrepatria cilena all’Europa continentale, alla Russia, dalla Scandinavia fino agli Stati Uniti.

Philippe Parisot

Info: Roberto Sebastian Matta. Sculture

 

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