POMPEI, TORNA ALLA LUCE LA BOTTEGA DELLO STREET FOOD

POMPEI, TORNA ALLA LUCE LA BOTTEGA DELLO STREET FOOD

BAR, TAVOLA CALDA, MA ANCHE VINO E ASPORTO

Il più importante parco archeologico d’Europa non finisce mai di sorprenderci.  E infatti a Pompei, dove gli scavi non si sono mai fermati, emerge intatto e splendente di colori e immagini un Thermopolium, quasi integro. Di fatto una bottega di alimentari con smercio di street food, genere molto amato questo ultimo dai cittadini della colonia romana. I pompeiani compravano il cibo cotto per mangiarlo sul posto, ma anche per strada. Tutto è come allora: le pentole in coccio con i resti delle pietanze più prelibate, dal capretto alle lumache e persino una sorta di “paella” con pesce e carne insieme. Il vino “corretto” con le fave e pronto per la mescita. Appena ripulita dalla polvere nera, da una grande giara si è sprigionato un odore fortissimo. Fissati per l’eternità i minuti precedenti la grande eruzione avvenuta tra il 24 e 25 ottobre del 79 d.C. Il bancone della vendita e della somministrazione ha conservato pitture che narrano la vita di ogni giorno e le abitudini alimentari: anatre e altri animali che venivano venduti; nonché spazi attrezzati con giare che contenevano olio, disposte in modo che i clienti potessero servirsi da soli, anticipando gli odierni market. Il Thermopolium era collegato ad una camera da letto. Forse una gestione casa bottega? La vasta clientela non era di alto lignaggio. Si trattava per lo più di persone comuni o di gente di passaggio che veniva in città. Ai lati del bancone due grandi porte. Gli avventori si avvicinavano e veniva loro servito il piatto della casa dentro recipienti, come testimoniamo i reperti ritrovai in buono stato: nove anfore, una patera di bronzo e una olla di ceramica comune da mensa. Un luogo molto frequentato, probabilmente vivace, poiché si poteva mangiare anche all’aperto. Il locale si affacciava su una piccola piazza dove una fontana, una cisterna ed una torre regolavano e garantivano la pressione dell’acqua.

Info: AGI

Il bancone del Termopolio con i fianchi dipinti: