Perugino a Fano: Francescanesimo e Passione Mariana. Il nuovo libro di Giancarlo Mandolini

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Perugino a Fano: Francescanesimo e Passione Mariana. Il nuovo libro di Giancarlo Mandolini

libro-mandolini-copertina324In anteprima, con la complicità di Loredana Cinti, l’edizione della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano (stampa STIBU/Urbania, Pesaro) del nuovo libro di Padre Giancarlo Mandolini “Perugino a Fano per una lettura francescana”. Tutta la passione mariana del francescanesimo viene mirabilmente percepita, analizzata e dispiegata attraverso la lettura delle pale della Chiesa di Santa Maria Nuova. Mandolini sottolinea e dimostra come nel secolo dell’Umanesimo sia stato fondamentale il rapporto cultura e francescanesimo e come esso contribuì a quel rinnovamento culturale. Il Perugino a Fano rappresenta tutto questo: forza e tenerezza, bellezza regale e al contempo affettuosa, carnale e spirituale ad un tempo.

 

Perché ancora scrivere su Pietro Vannucci? Tra impulsi artistici della sua giovinezza, esigenza personale e di ricercatore al fine di recuperare la forte impronta del francescanesimo nell’arte, Padre Giancarlo Mandolini spiega.

“Le motivazioni sono molteplici e diverse: la prima nasce dall’ammirazione che si prova dinanzi alle pale d’altare del Perugino, che ornano da secoli la chiesa di Santa Maria Nuova a Fano, all’ombra della quale ho trascorso la preadolescenza e suscitano ancora in me e in chi le contempla rinnovate emozioni. La seconda dal desiderio di offrire una lettura veritiera ed esaustiva delle due tavole. Mi spiego meglio: molti storici dell’arte hanno scritto abbondantemente su Pietro Vannucci e sulle pale d’altare conservate in questa chiesa ed hanno evidenziato la mirabile unità tra i dipinti e la decorazione, tra l’arte e la forma. Il mio intendimento è stato quello di mettere a fuoco il carisma francescano proposto dal Perugino suggerito e sollecitato dalla committenza francescana. Questa angolatura mi sembra che sia stata trascurata un po’ da tutti gli storici dell’arte. Dimenticare il rapporto cultura e francescanesimo nel secolo dell’Umanesimo significherebbe offrire solo una visione parziale e fors’anche distorta e polemica di quel periodo di rinnovamento culturale. Il movimento dell’Osservanza ricoprì positivamente ogni fascia sociale, economica condizionando l’Umanesimo laico e contrastando i tentativi velleitari di un ritorno ai valori pagani. La presenza della Vergine Maria indica la grande devozione dei francescani verso la Madre del Salvatore e i santi, sua corona, non sono altro che espressione ed esaltazione della spiritualità francescana penitenziale e apostolica. Tutto è francescano e mariano a Santa Maria Nuova, dal portale intagliato da Bernardino di Pietro da Cortona, nel quale emerge in bassorilievo lo stemma francescano, al coro ligneo intarsiato magistralmente dai Fratelli Barili dove si ammira il “TAU” francescano; dalla croce della Terra Santa, detta “cosmica”, ai numerosissimi ovali dove vegliano gli innumerevoli santi, memoria della santità dell’agiografia francescana. Arte e francescanesimo, vivendo nel tempo, s’incontrano mirabilmente, direi si baciano, in un corteggiamento inesauribile ed eterno”.

 

mandoliniDel libro di Padre Giancarlo Mandolini hanno detto Mons. Armando Trasarti vescovo di Fano, Fabio Tombari, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, Vittoria Garibaldi, già soprintendente dei beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche, Antonio delle Rose, artista, saggista e poeta.

Armando Trasarti vescovo di Fano
“Lodevolissima l’indagine di Giancarlo Mandolini che lo vede impegnato a perseguire una tesi a lui particolarmente cara, e cioè come i dipinti perugineschi presenti nella chiesa fanese di Santa Maria Nuova tradiscano, nella scelta degli episodi narrati, nella scelta dei Santi chiamati a fare ala al trono della Vergine col Bambino e tra le pieghe di un mirato dettato iconologico, lo strettissimo legame con il francescanesimo dell’Osservanza. L’intento dell’appassionato sguardo di Giancarlo Mandolini ai capolavori di Santa Maria Nuova è, come già da lui sostenuto anche in altri scritti affini per contenuto, quello di cercare, nell’opera d’arte a soggetto religioso, non tanto la valenza estetica fine a se stessa, ma come la grande arte figurativa sia formidabile strumento che consente all’uomo di raggiungere le profonde e misteriose verità della fede cristiana, come essa cioè, con le sue fulminanti intuizioni, parli alla nostra anima ancor prima che al nostro gusto”.

Fabio Tombari, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
“Va però fin da subito segnalata l’originalità dell’analisi condotta, volta, oltre all’esame del dato meramente artistico, a privilegiare l’attenzione sugli aspetti comunicativi e di raffigurazione delle immagini e su come essi dovessero porsi al servizio della spiritualità francescana in totale armonia con gli ideali cristiani predicati dai Minori dell’Osservanza. Particolare non da poco, peraltro trattato solo marginalmente nell’ampia bibliografia peruginesca”.

Vittoria Garibaldi, già soprintendente dei beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche
“Perugino svolse un ruolo storico di eccezionale importanza poiché fu il primo, dall’epoca di Giotto, a essere considerato come il creatore di un linguaggio pittorico esemplare e moderno. Il nuovo studio di Padre Giancarlo Mandolini si pone in questa linea con una angolatura particolare, non sempre valutata come elemento imprescindibile nella lettura dell’opera d’arte, ovvero dell’ambito della committenza religiosa all’interno della quale si realizza la diretta volontà dell’Ordine religioso o del fedele o del gruppo di fedeli, finanziatori dell’impresa. La lettura, accorta e sapiente, che ne dà Padre Giancarlo apre uno spaccato molto interessante sulla fase progettuale dell’opera d’arte antica, dove nulla era lasciato al caso e la scelta del soggetto, dei personaggi, delle loro posture, dei colori, della luce, del contesto ambientale, erano rigidamente rispondenti a precise esigenze. Nello scritto di Padre Giancarlo ogni dipinto ritrova la sua unità, evangelica, dottrinale e teologica, ogni elemento, come in un puzzle, si colloca nel posto giusto senza alcuna difficoltà”.

Antonio delle Rose, artista, saggista e poeta
“Mandolini contempla l’arte del Perugino come se fosse un creatura della natura; due suoi versi possono chiarire: “Quel minuscolo fiore / è scintilla della bellezza di Dio”. ‘Bellezza’… qui il sostantivo accolto da Mandolini è perfetto. Andrebbe puntualizzato proprio in rapporto al bello, nel senso che la bellezza ha la potenza di calare anche nel ‘brutto’ a partire dalla elevata spiritualità del soggetto, dell’uomo, dell’artefice… passaggio questo che l’arte francescana ha avuto il merito di aver suggerito. La sensibilità estetica di Giancarlo Mandolini sente il bello come immagine della dignità umana e quando chiarisce la relazione francescana con Maria e il culto mariano, egli riporta la preghiera dettata da Francesco e, accogliendone il senso, implicitamente suggerisce anche la sua visione, il suo desiderio, di come dovrebbe essere la chiesa e quale la funzione del tempio, in quanto luoghi privilegiati di culto”.

 

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