Omaggio a Perugino: “Misericordiae Vultus”. Pinacoteca Diocesana, Senigallia

Omaggio a Perugino: “Misericordiae Vultus”. Pinacoteca Diocesana, Senigallia

Prorogata al 7 gennaio 2024

In molti la chiamano LA PALA SENIGALLIA, un’opera pittorica, ancora velata di mistero, una meraviglia della storia dell’arte italiana. La pala d’altare di Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino, raffigura la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Ludovico, Francesco, Pietro, Paolo e Giacomo Maggiore. Fu realizzata nell’ultimo decennio del quattrocento, quando il maestro umbro era all’apice del suo successo, al lavoro nelle principali corti del rinascimento. In questi primi mesi di una caldissima estate, la PALA torna a casa, e questa grande e gioiosa festa si chiama “Misericordiae Vultus – Omaggio a Perugino”, con una superba collocazione nella Pinacoteca Diocesana. Anni ancora di successo per il maestro, che da sempre rifletteva e raffigurava la profondità del suo rapporto con la fede e con le implicazioni stilistiche conseguenti. Solo dopo pochi anni le nuove tendenze cinquecentesche mutarono atmosfere, temi e artisti. Ma qui siamo ancora all’apice della notorietà e del successo anche economico. Ora è al centro di un percorso di arte e fede, per celebrare il quinto centenario della morte del Perugino. Un percorso omaggio in cui la Pala dialoga con i volti delle altre opere che compendiano il cammino museale, creando un itinerario nell’arte dal Quattrocento al Settecento. La mostra, curata da Maria Claudia Caldari, resta aperta alla Pinacoteca Diocesana anche con un ulteriore orario dalle 21 fino a mezzanotte. Uscendo quindi nella notte senigalliese, tace la “movida” e si coglie della città balneare anche la poetica spirituale che comunque tutta la bellezza, sia naturale che artistica, produce.
La Pala di Senigallia, che fu donata al convento delle Grazie dal cardinale Giuliano della Rovere, rappresenta un unicum e per questo è stata studiata a fondo e confrontata con le altre opere dello stesso autore arrivando così a conclusioni vicinissime alla verità. E’ emerso ad esempio lo stemma di una famiglia nobiliare che probabilmente è la committente della Pala. Il restauro ha anche portato alla luce notevoli sviluppi ed offre ai visitatori la possibilità di mettere a confronto l’opera del Perugino che si trova a Senigallia con la produzione artistica coeva di cui è rimasta ampia testimonianza nella nostra regione. Si tratta sempre e comunque di un artista a cavallo fra due mondi, da un lato le meravigliose architetture di Piero della Francesca e dall’altro la propensione per la pittura devozionale, dovuta agli anni di studio presso la bottega fiorentina del Verrocchio, accanto a Leonardo Da Vinci e Sandro Botticelli. Ed è così che uno dei principali protagonisti del Rinascimento italiano, definito “il meglio maestro d’Italia” in una lettera scritta nel 1500 dal banchiere dei papi Agostino Chigi e “divin pittore” in alcuni versi del padre di Raffaello, l’artista Giovanni Santi. Le sue cromie, le forme e i paesaggi ci accompagneranno per un po’. Ne siamo certi. Quindi da non perdere questo meraviglioso virtuoso incontro tra grazia, tenerezza e forza. La vera arte non delude mai!

Info: Diocesi Senigallia