Nella grande mostra di Fabriano anche il fascino e la fragilità della scultura lignea. S. Elena, una nuova attribuzione per il Maestro dei Magi

elena-maestro-magi324

Nella grande mostra di Fabriano anche il fascino e la fragilità della scultura lignea. S. Elena, una nuova attribuzione per il Maestro dei Magi

elena-maestro-magi324La mostra di Fabriano Da Giotto a Gentile celebra anche la scultura lignea, da sempre considerata la sorella povera della pittura, e lo fa anche con un nuova scoperta ed attribuzione: la statua in legno di pioppo di Elena madre di Costantino il Grande, splendida e perfettamente conservata, attribuita al Maestro dei Magi di Fabriano. Nella città, durante la seconda metà del Trecento, in parallelo con la fioritura della scuola pittorica locale imperniata sulla figura carismatica di Allegretto Nuzi, si sviluppa una corrente di scultura lignea di grande vitalità e autonomia creativa che vede emergere la personalità di Fra’ Giovanni di Girolamo, conosciuto come Maestro dei Magi di Fabriano, che si identifica per eleganza esecutiva e suggestione cromatica. In occasione della mostra, Vittorio Sgarbi è riuscito ad attribuire all’artista la paternità di un’opera finora sconosciuta: la Santa Elena, proveniente da un castello bavarese, dove si trovava già prima degli inizi del Novecento, e ritrovata presso un antiquario. C’erano 6 strati di colore quando l’antiquario/collezionista l’acquistò, fu fatta restaurare a bisturi, rimosse le policromie eccedenti che però ne avevano anche permesso la conservazione, fino a riportarla allo stato attuale. Si tratta delle stesse cromie delle statue del Maestro dei Magi conservate al Museo Diocesano di Fabriano anche se questa opera è sicuramente meglio conservata. Alta 1 metro e settanta senza base raggiunge addirittura 1.85 cm con la base. Forte la similitudine con Santa Anatolia sempre del Maestro dei Magi e in mostra. Il panneggio è sontuoso, l’intaglio fine tanto da far pensare che possa far parte della stessa serie del presepe fabrianese. C’è un particolare prezioso in più però in questo caso, delle pietre dure che impreziosivano il manto ora assenti ma la cui traccia è documentata degli alveoli ancora ben leggibili. L’opera è databile al 1375/78.

 

elena-maestro-magi