Middle-Earth. A journey inside Elica

casoli francesconeri

Middle-Earth. A journey inside Elica

casoli francesconeriTradizione e internazionalizzazione. I volti di Elica tra persone, paesaggi e realtà industriale in più di 30 scatti

Showroom Elica
Milano, via Pontaccio 10 (Zona Brera)

Dal 9 al 26 aprile 2014

 

In occasione del Fuorisalone 2014 a Milano, la Fondazione Ermanno Casoli e l’azienda Elica presentano la mostra Middle-Earth. A journey inside Elica, con fotografie di Fabio Barile e Francesco Neri, a cura di Alessandro Dandini de Sylva e Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione. Di Smarrelli va sottolineata la particolare sensibilità alla percezione del nuovo già più volte sperimentata in alcune iniziative della Fondazione. L’allestimento è curato dal pluripremiato studio di architettura e trasformazioni territoriali stARTT.

Il progetto è l’esito di un viaggio compiuto dai due giovani fotografi italiani in alcune sedi del Gruppo Elica nel mondo (Cina, Italia e Messico), con l’obiettivo di restituire la complessità di una realtà che va oltre la semplice definizione di “azienda”. Una realtà che è formata in primo luogo dalle persone che ci lavorano, tutte con una loro identità particolare e preziosa che, attraverso queste fotografie, viene indagata nelle pieghe più profonde e invisibili, restituendo un ritratto a tutto tondo, senza alcuna retorica.

L’idea di affidare il proprio “ritratto” a due giovani artisti nasce proprio dalla volontà di Elica di sperimentare con la Fondazione Ermanno Casoli la possibilità di interpretare la propria immagine attraverso un punto di vista altro, esterno, capace di rompere convenzioni e schemi consolidati; uno sguardo pienamente in linea con le mission dell’azienda e della Fondazione, da sempre impegnate nella promozione di processi innovativi attraverso l’arte. “Abbiamo ancora una volta raccolto la sfida della Fondazione Ermanno Casoli – spiega il Presidente del Gruppo Elica, Francesco Casoli – che ci ha proposto di far entrare due giovani fotografi italiani all’interno di Elica. Ne è uscito fuori un ritratto autentico, nel quale riconosco la capacità dell’azienda di modificare il proprio assetto; un ritratto in progress che lascia intuire il modo in cui stiamo cambiando pelle”.

L’esposizione presenta oltre 30 scatti di Francesco Neri e Fabio Barile, due artisti che hanno eletto la fotografia come linguaggio espressivo privilegiato. Il primo ha studiato e raccolto i volti delle persone che lavorano negli stabilimenti di Elica a Querétaro (Messico), Shengzhou (Cina) e Fabriano (Italia), mentre il secondo si è invece concentrato sul paesaggio industriale delle sedi italiane dell’azienda a Fabriano e Mergo.

Questi due lavori paralleli, nella loro integrazione, riescono a descrivere i diversi volti di Elica in tutte le sue sfaccettature: il radicamento locale e lo slancio internazionale, la forza della più alta tradizione del design italiano e l’apertura alle dinamiche e culture dei vari Paesi in cui opera, la tecnologia avanzata dei sistemi di produzione e l’attitudine alla ricerca tipica di un laboratorio industriale.

Francesco Neri introduce e spiega la ricerca da lui intrapresa sul ritratto come un esperimento di indagine fotografica sulle categorie umane e sociali, ispirato esplicitamente alla monumentale impresa di August Sander, punto di riferimento imprescindibile per chiunque si confronti con il genere del ritratto. La ricerca fotografica di Fabio Barile verte invece sull’osservazione del territorio e sui fenomeni che ad esso si intrecciano nella realtà industriale, fatta di macchine e luce artificiale.

Ciò che unisce i due lavori sul piano formale sono uno sguardo oggettivo, lento e ragionato, tipico della scuola del grande fotografo Guido Guidi, e la straordinaria resa dei più piccoli dettagli, ottenuta utilizzando il banco ottico, strumento di esercizio alla pazienza e all’attesa.

Il catalogo della mostra, edito dalla Fondazione Ermanno Casoli, presentta un ricco apparato iconografico, un contributo di Francesco Casoli, Presidente di Elica, un testo di Marcello Smarrelli e una conversazione tra Fabio Barile, Francesco Neri e Alessandro Dandini de Sylva.

Info: Fondazione Casoli

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