Lo Studiolo del Duca. Il ritorno degli Uomini Illustri alla Corte di Urbino

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Lo Studiolo del Duca. Il ritorno degli Uomini Illustri alla Corte di Urbino

studiolo-federico-urbino4Galleria Nazionale delle Marche, Urbino

Fino al 4 luglio 2015

 

Dante e Agostino in un silenzioso dialogo fatto di sguardi e gesti; Aristotele, Petrarca e re Salomone si osservano raccolti ed assorti nei loro pensieri. Uomini di ogni tempo insieme in uno spazio senza tempo. Insieme per volere del duca Federico da Montefeltro, che li “chiama a raccolta” per essere sua guida e fonte di ispirazione.

Vederli insieme è possibile solo ad Urbino, nello Studiolo del Duca, ricomposto dopo quattro secoli con tutti i ritratti dei suoi celebri Uomini Illustri. Quattordici, infatti, mancavano all’appello e dal Louvre sono tornati nella loro sede originaria dove saranno visibili fino al 4 luglio.

Lo studiolo di Urbino risponde all’antica idea di ricreare un ambiente adeguato a favorire studio e riflessione, radunando immagini di sapienti – con i quali instaurare un dialogo virtuale – e oggetti rari con cui nutrire lo spirito. Si tratta di un microcosmo intellettuale tanto denso di significati e messaggi, con la raffigurazione dei cosiddetti Uomini illustri: filosofi, poeti, scienziati, uomini di ingegno, dottori della Chiesa del lontano passato o contemporanei.

Una ricostruzione affascinante e complessa che rivela prima di tutto un tratto della storia di Urbino e un capitolo fondamentale del nostro Rinascimento, ma che ci ricorda anche come 14 dei 28 personaggi rappresentati in questo ambiente privatissimo – e nel contempo fortemente rappresentativo – siano finiti al Museo del Louvre a Parigi, dopo la “razzia” attuata nel 1633 dal Cardinale Antonio Barberini, le complicate divisioni ereditarie, il passaggio nella collezione del Cardinale Fesch zio di Napoleone e poi in quella del marchese Campana, la sua bancarotta e, infine, l’acquisto dei 14 dipinti da parte di Napoleone III. Una mostra che rievoca il clima intellettuale del tempo e le ambizioni di Federico di Montefeltro – lui che più di ogni altro ha rappresentato il mito rinascimentale della virtù militare unita alla sapienza – e che giungendo a conclusione di articolate indagini e studi sui dipinti, potrà forse contribuire a far luce sugli artisti coinvolti nell’impresa e sui complessi riferimenti culturali.

Info: Galleria Nazionale delle Marche

 

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