La Venere di Frasassi

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La Venere di Frasassi

venere    La Venere di Frasassi in mostra al Museo Archeologico di Ancona

Lo straordinario ritrovamento della statuetta di una Venere del Paleolitico superiore a Frasassi ha offerto lo spunto per offrire una riflessione su questo affascinante tema e presentare la mostra “DONNE O DEE? LE FIGURE FEMMINILI PREISTORICHE NELLE MARCHE” al Museo Archeologico Naazionale delle Marche di Ancona fino al  30 marzo 2010.

Queste testimonianze di arte preistorica definita “mobiliare”, ossia espressa da opere di piccole dimensioni ricavate da pietre, ciottoli, ossa scolpite o incise, e comunque ‘mobili’, sono riferibili a un lungo arco cronologico, che documenta nella nostra regione un’attività artistica dal Paleolitico Superiore (circa 25.000 anni fa) fino al Neolitico (circa 6.000 anni fa).  

La Venere di Frasassi rientra, per lo stile e per le proporzioni, nel novero delle “Veneri paleolitiche” e va ad arricchire il repertorio delle figurette femminili che si possono definire naturalistiche e che in Italia contano, oltre alla Venere di Frasassi, altri dieci esemplari provenienti da siti, per lo più grotte. La preminenza delle figure femminili rispetto a quelle maschili nell’arte dei cacciatori-raccoglitori paleolitici lascia intravedere un ruolo di spicco della donna nella cosmologia e nei rituali, forse in relazione alla sua funzione riproduttiva.

 Accanto alla Venere da Frasassi, realizzata su stalattite, è presente in mostra la Venere di Tolentino, incisa su un ciottolo utilizzato come percussore (si vedano le tracce di impatto ad entrambe le estremità), che è attribuibile al tardo Paleolitico superiore. Le altre statuette esposte in mostra appartenenti al Neolitico, la Venere di Fano e gli idoletti in terracotta da Ripabianca di Monterado, documentano che la variabilità delle raffigurazioni neolitiche femminili è maggiore rispetto a quella dei periodi precedenti. Del tutto nuova, nel Neolitico, appare anche l’associazione a contesti rituali come sepolture o strutture templari, che segna un esplicito riferimento ad una simbologia di tipo “religioso”. Il posto della donna nella società è evidentemente cambiato, in relazione all’affermarsi dell’economia produttiva, in cui la famiglia riveste un ruolo centrale come garante della continuità del processo produttivo.