La provocazione è arte: Piero Manzoni, o della provocazione grandissimo nella sua Milano

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La provocazione è arte: Piero Manzoni, o della provocazione grandissimo nella sua Milano

piero-manzoniLa merda d’artista, arte indimenticabile oggi in vendita, splendidi e provocatori gli anni sessanta

Piero Manzoni 1933-1963
Palazzo Reale, Milano
Fino al 2 giugno 2014

Sotto un sole un po’ troppo cocente per aprile, le persone sono in fila all’ingresso di Palazzo Reale, a Milano, per visitare due delle tre mostre attualmente in corso : Kandisky e Klimt, alle origini di un mito. Per la terza mostra invece ( chissà che non sia poi la migliore delle tre ) non c’è nessuna coda snervante, entrare è semplice così come passeggiare nelle sale, tra le opere, senza dover fare a spintoni con gli altri curiosi. La mostra è dedicata a Piero Manzoni, artista milanese, omaggiato dalla sua città a poco più di 50 anni dalla morte improvvisa avvenuta nel suo studio il 6 febbraio del ’63.

Curata da Flaminio Gualdoni, è una mostra che non delude le aspettative, ricca di opere significative, ben disposte e soprattutto liberate, finalmente, dai soffocanti, eccessivi, enormi cartelli esplicativi: le opere dominano gli spazi, li occupano con lo scopo di catturare tutta l’attenzione dei visitatori che se proprio desiderano possono godere di una gratuita e piacevole audio-guida.

L’esposizione è abile nel far emergere la provocatorietà del lavoro di Piero Manzoni e il suo ruolo fondamentale nei cambiamenti rivoluzionari del fare artistico alla fine degli anni ’50.

Sono esposte 130 tra le opere più importanti e simboliche dell’artista; chiaramente non manca certo la celebre “Merda d’artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961.” . La Fondazione Manzoni ha studiato un marketing elegante proprio in occasione di questa retrospettiva: 9000 esemplari di merda d’artista, reinscatolata, sono in vendita al book shop della mostra per chi voglia concedersi l’abbordabile lusso di avere in casa un’opera d’arte (si è vero, solo una copia) così rivoluzionaria.

Molti pezzi provengono da collezioni private: una scelta fortemente voluta per privilegiare il collezionismo milanese che fu dall’inizio vicino al giovane e rivoluzionario artista. Molte altri sono stati messi a disposizione dalla Fondazione Piero Manzoni in collaborazione con Gagosian Gallery.

Alcuni fondamentali lavori vengono invece dallo HEART ( Herning Museum of Contemporary Art ), museo che si trova appunto a Herning, un luogo fondamentale nel percorso artistico di Manzoni che trovò qui un vero e proprio paradiso dove poter realizzare le sue idee rivoluzionarie, soprattutto grazie al sostegno intellettuale e certo economico dell’industriale illuminato e mecenate Aage Damgaard. E’ proprio qui a Herning che il 4 luglio 1960 Manzoni realizza la Linea lunga 7200 m. che colloca in un cilindro di zinco ricoperto da fogli di piombo. L’opera è presente alla mostra così come il celebre Socle du monde, anch’esso proveniente dalla cittadina svedese.

Numerosissimi i suoi noti Achrome, che continuò a creare fino al momento della morte.

La mostra non segue un percorso tematico bensì cronologico, con lo scopo di ricostruire la breve ma feconda vicenda artistica di Piero.

Gli inizi coincidono con la sua vicinanza all’arte Nucleare e allo Spazialismo anche se mantiene in modo evidente una forte autonomia creativa e concettuale. Il passo dalla rappresentazione di immagini di ascendenza surreale alla tela bianca è molto breve. L’ assenza di colore, è per Manzoni l’unico modo per raggiungere la totale libertà creativa, la tela bianca è l’unico spazio su cui l’artista è disposto a lavorare: ” Non possiamo assolutamente considerare il quadro come spazio su cui proiettiamo le nostre scenografie mentali, ma come nostra area di libertà in cui noi andiamo alla scoperta delle nostre immagini prime. Immagini quanto più possibile assolute, che non potranno valere per ciò che ricordano, spiegano, esprimono, ma solo in quanto sono: essere”.

Sono convinta che le opere di Manzoni trasmettano empatia e riescano a suscitare perlomeno curiosità in chi non conosce la sua opera ma per i più increduli c’è un’ottima audioguida gratuita che illustra attraverso le parole dello stesso curatore la maggior parte delle opere. Inoltre in fondo al percorso della mostra una piacevole proiezione sorprenderà i visitatori: Piero Manzoni, Artista, un film documentario prodotto da Sky Arte e Good Day Films, per la regia di Andrea Bettinetti. https://www.youtube.com/watch?v=Clt5E8-iOog

Purtroppo il giorno in cui ho visitato la mostra il documentario non era visibile per problemi tecnici ma tempo fa avevo avuto la fortuna di assistere alla sua proiezione all’Università Cattolica di Milano durante un incontro al quale era presente il regista stesso e la consulente storico-artistica del film Francesca Pola.

Il film, che racconta la personalità di Manzoni attraverso le parole dei suoi più cari amici, dei suoi colleghi e dei suoi estimatori, è a mio avviso una perfetta conclusione al percorso seppur, amaramente, breve.

Francesca Piermattei, Milano – mostra visitata

Info: Piero Manzoni

 

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