
07 Apr LA CROCEFISSIONE DI BERNARDINO DI MARIOTTO
A SAN SEVERINO MARCHE IL DOLORE MITIGATO DA SEMPLICITA’ E PUREZZA
Ancora scoperte ad effetto, pur nella consueta modalità di peregrinare per le campagne marchigiane, della nostra rubrica ARTEVAGANDO, con la storico dell’arte Giancarlo Mandolini e la giornalista Loredana Cinti che raccoglie il suo commento critico. Andiamo a San Severino Marche, tra le più belle e ricche di cultura città storiche del maceratese. Totalmente recuperata dopo il sisma, anche nei monumenti, chiese e pefino nello splendido teatro. Ci avviciniamo con prudenza e rispetto alla Crocefissione di Bernardino di Mariotto (1475-1566), artisticamente attivo a Perugia e per un ventennio a San Severino Marche. L’opera di medie dimensioni (cm. 212×145) è collocata nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, oggi Santuario di San Pacifico Divini. L’edificio, dedicato alla Vergine Maria, è detto popolarmente e affettuosamente solo Santuario di S. Pacifico. Venne costruito nel 1480 a ponente di San Severino, a ridosso di un’aspra collina, a circa un chilometro e mezzo dalla città settempedana. La maggior parte delle sue opere sono qui conservate, ma alcune notevoli anche a Perugia. La sua formazione avvenne presso il perugino Ludovico di Angelo Mattioli, incisore e pittore. Lo stile rimase costantemente ancorato al passato. Nelle sue opere troviamo riferimenti più o meno velati dell’arte di Carlo Crivelli e del Pinturicchio. La Crocefissione è posizionata in fondo alla chiesa a chiusura della vecchia entrata del Santuario ed ha una stupenda struttura lignea al centro della composizione. Scultura e pittura insieme. Un’opera complessa, articolata, ricca di particolari, puntualizzazioni, limature, sottolineature. Ma vediamolo da vicino con il cuore aperto questo antico e contemporaneo crocifisso, pensando anche ai rituali e alla devozione dell’epoca di riferimento. Sottolinea Mandolini nella sua conversazione con l’intervistatrice Cinti: Il volto di Cristo leggermente inclinato, è ricoperto da una folta barba mentre i capelli scendono fluenti sul suo petto. La fronte è ricoperta da una abbondante e scomposta corona di spine. Un ampio perizoma celeste ricopre parte del suo corpo. Su uno sfondo grigio-verde sono presenti in piedi la Vergine Maria e l’apostolo Giovanni. La Vergine, ricoperta da un ampio abito grigio che permette di far vedere la rosa tunica, è profondamente addolorata e piangente. L’apostolo Giovanni ha le mani strette una sull’altra, impietrito dal dolore. Sono invece in ginocchio la Maddalena e San Francesco d’Assisi. San Francesco, con le mani giunte, sembra pregare e nel contempo commiserare il dolore di Cristo morente. La Maddalena spingersi ad abbracciare la croce quasi a voler partecipare alle sofferenze atroci del Cristo. La composizione, pur essendo di grande effetto devozionale, è estremamente semplice nelle sue componenti e nella sua struttura. I colori sono opacizzati sia per volontà dell’artista che per il trascorrere del tempo.
FOTO IN ALTO DALL’ARCHIVIO PERSONALE DI GIANCARLO MANDOLINI
Ascolta l’audiointervista di Loredana Cinti
Santuario di San Pacifico Divini