I luoghi del Varlé ad Ancona

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I luoghi del Varlé ad Ancona

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Al Museo Omero fino al 20 giugno 2010 la mostra tattile 
“Toccare gli Angeli – Inediti marmi di Gioacchino Varlé”

 

Un’occasione imperdibile per conoscere, anche tattilmente, le opere di Gioacchino Varlé (Roma 1731 – Ancona 1806), artista romano vissuto per più di trent’anni ad Ancona e protagonista del nuovo periodo di splendore della città nella seconda metà del Settecento. Esposti per la prima volta una Coppia di Cherubini (marmo statuario di Carrara, dimensioni: h cm 60 x 40 circa) e una Coppia di Evangelisti (Luca e Giovanni)(marmo; dimensioni: Giovanni, h cm 57 x 30 x 25, Luca h cm 72,5 x 38 x 23).
Opere scultoree ed ornamentali del Varlé sono tuttora presenti in chiese, palazzi e piazze della città, nonostante i danni della seconda guerra mondiale ne abbiano distrutto o danneggiato gran parte. Un piccolo itinerario quindi per scoprire i luoghi del Varlé ad Ancona.

 

 

Chiese

Nella Chiesa del SS. Sacramento le statue in stucco dei dodici Apostoli (Bartolomeo, Giacomo Minore, Giovanni, Andrea, Pietro, Paolo, Giacomo Maggiore, Tommaso, Filippo, Matteo), ispirate a quelle in marmo della chiesa romana di San Giovanni in Laterano, per le nicchie presenti lungo le pareti interne della chiesa, e la Gloria che sovrasta l’altare maggiore.

Nella Chiesa di San Biagio la Gloria in stucco sull’altare maggiore, con Dio Padre circondato da nuvole ed affiancato da due angeli inginocchiati, i festoni nel fregio che corre intorno alla navata unica e i capitelli corinzi nelle lesene.

Nella Chiesa e Convento di San Domenico l’apparato decorativo interno fu realizzato da Varlè, che modellò in stucco per le nicchie che si alternano alle profonde cappelle della navata unica dieci statue di Santi e Beati dell’ordine domenicano (così disposte muovendosi da destra in senso antiorario): Beato Agostino, Beato Telmo, San Ludovico, San Tommaso, San Benedetto XI, San Pio V, Sant’Antonino, San Giacinto, San Raimondo e Sant’Alberto Magno. Nella seconda cappella a sinistra, il gruppo scultoreo della Madonna del Rosario caratterizzato dalla Vergine con il Bambino in una gloria di putti alati; sul timpano dell’altare, sempre in stucco, due angeli sorreggono rispettivamente delle rose e la corona. Nella terza cappella di sinistra già dedicata a San Vincenzo erano di mano del Varlè le decorazioni in stucco per l’altare e le due statue in marmo rappresentanti gli Evangelisti Luca e Giovanni (ora in mostra la Museo Omero) che fiancheggiavano il tabernacolo. L’autore, inoltre, ha realizzato per l’altare maggiore la figura della Fede con croce e putto alato e i quattro Angeli musicanti posti a coronamento dei due organi che si fronteggiano nel coro.

Nella Chiesa e Convento di San Francesco delle Scale “la Gloria in stucco sulla cuspide dirimpetto all’Altar Maggiore”, attualmente, nel catino absidale, si trovano tra nuvole le braccia incrociate di Cristo e di San Francesco accomunate dalle stimmate sormontate dalla croce.

 

Palazzi pubblici e privati

Palazzo del Comune o degli Anziani
Nell’ampia sala delle udienze presenti sei busti marmorei di Pontefici di scuola romana del XVIII secolo, accompagnati da lapidi commemorative. Tre sono attribuiti a Gioacchino Varlè: Clemente XIII, Clemente XIV e Pio VI.

Loggia dei Mercanti
Varlè nel 1776 realizzò la statua in stucco della Religione per l’angolo a destra lato mare della volta. Successivamente, nel 1784, il Varlè fu nuovamente incaricato di rifare le allegorie dei continenti: l’America e l’Europa per ornare le nicchie della parete destra, l’Africa e l’Asia per quelle di sinistra.

Palazzo Ferretti
È probabile che le due statue in pietra raffiguranti la Fortezza e la Prudenza, che campeggiano rispettivamente nelle nicchie dello scalone e della galleria prospiciente la terrazza, siano di mano di Gioacchino Varlè.

Arredi urbani

Fontana di San Nicola, in Piazza Roma, meglio conosciuta come “Fontana dei Cavalli”
Costruita a suo tempo per la Piazza del teatro delle Muse e poi spostata in piazza Kennedy (l’antica piazza Nuova) proprio per far posto alla costruzione del teatro e nel 1908 in piazza Roma per facilitare la viabilità.

 

Le immagini della mostra “Toccare gli Angeli”