GIAPPONISMO. VENTI D’ORIENTE NELL’ARTE EUROPEA. Palazzo Roverella, Rovigo

GIAPPONISMO. VENTI D’ORIENTE NELL’ARTE EUROPEA. Palazzo Roverella, Rovigo

Fino al 26 gennaio 2020

ERA SOLO CARTA PER IMBALLAGGI: POI DIVENTARONO OPERE D’ARTE. NON UNA NUOVA MODA MA UNA MUTAZIONE

Iniziarono ad arrivare a metà Ottocento le immagini giapponesi; prima come carta per confezionare e spedire pacchi e come imballaggi per i primi oggetti in arrivo: vasi, ceramiche e arredi. Provenivano dal Sol Levante ed erano “incartati” con fogli decorati minuziosamente ed elegantemente; questi paesaggi incantati ed incantevoli non mancarono di affascinare e di far accedere attenzione sul Giappone, anche perché il trattato con gli Stati Uniti consente la ripresa del cosiddetto “vento d’Oriente” che invade tutta l’Europa. Non una corrente o una moda, ma una forza travolgente che soffia su Francia, Belgio Olanda, Italia, Germania e Austria. E’ l’epoca delle Esposizioni Universali e delle fiere “internazionali” che espongono e quindi promuovono sontuosi e pregiati tessuti, stampe, mobili, ceramiche, arte e non solo. Nella divertente e lussureggiante mostra di Rovigo più di 200 opere/pezzi raccontano le varie tendenze giapponiste e le influenze che certamente ebbero su  molti artisti del tempo; da Van Gogh a Gauguin, da Bonnard a Klimt. Fino ad arrivare agli italiani De Nittis, Bucci, Nomellini e Balla. Grafica, pittura e arti applicate non subirono ma abbracciarono calorosamente questa onda di bellezza e di inedite emozioni. Di certo il Liberty e l’Art Nauveau che poi seguirono furono movimenti se non influenzati, almeno accelerati dal giapponismo.

Info: Palazzo Roverella
Info: Studio Esseci

 

Didascalia dell’immagine in alto: Emil Orlik, Paesaggio con il monte Fuji, 1908


Anselmo Bucci, La giapponese (il Kimono), 1919


Giuseppe De Nittis, Eruzione del Vesuvio, 1872


Carl Moser, Pavone con quattro ciliegie, 1929


Claude Monet, Passerella a Zaandam, 1871


Paul Gauguin, Fête Gloanec, 1888