Frida Kahlo. Una vita per immagini. Mole Vanvitelliana – Sala Vanvitelli, Ancona

Frida Kahlo. Una vita per immagini. Mole Vanvitelliana – Sala Vanvitelli, Ancona

Fino al 22 maggio 2022

STORIA FEMMINILE DELLA RIVOLUZIONE MESSICANA

Attraverso un centinaio di scatti, per la maggior parte originali, la mostra ricostruisce le vicende di una vita controcorrente quella della grande artista messicana. 100 fotografie possono facilitare la comprensione di come Frida Kahlo sia diventata un’icona femminile marcatamente pop. Un’icona femminile, non femminista. Ed anche l’itinerario lo dimostra. Sempre schiava della sua passione, della sua seduttività, della sua forza, della sua sensualità mai celata, della sua disperata voglia di esserci e di contare. Anche nella malattia e nel dolore. Anzi proprio nel suo esibire il dolore, il suo corpo, il suo cuore lacerato e imbrattato di rosso sulla tela si comprende, almeno in parte, la sua prorompente vitalità e la sua personalità, mai domata. Neppure dalle sconfitte in amore, dai tradimenti del grande Diego Rivera, dalla sofferenza, dall’impossibilità di avere figli. Un volto impavido, dove i capelli, trecce, imprevedibili architetture corvine, catturano lo sguardo quanto gli occhi brucianti. Una grandissima interprete, dove la regista del film resta sempre lei e non si allontana mai. Qui, nella Sala Vanvitelli della Mole di Ancona in tanti la ritraggono senza riuscire ad imbrigliarla, a domarla, a sottometterla neppure all’obiettivo. Lei appare sempre e comunque senza filtro, antropologicamente sincera e indaffarata a ricostruire tradizioni e storie del suo Messico con abiti coloratissimi, trafugati da vecchie case, scialli straordinari e improbabili collane. Strati, catene di collane; ed ancora capelli e sopracciglia quasi incisi sulla sua carne, sul suo volto martoriato anche quando accenna ad un velato sorriso. Le foto sono state realizzate dal padre Guillermo durante l’infanzia e la giovinezza della figlia e poi da alcuni dei più̀grandi fotografi della sua epoca. Tra questi: Leo Matiz, Imogen Cunninghan, Edward Weston, Lucienne Bloch, Bernard Silbertein, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Nickolas Muray. Si ripercorre così la sua breve vita battagliera ma piena di amori e avventure. Siamo nel Messico del primo Novecento,  quello della rivoluzione di Pancho Villa e Emiliano Zapata. Tutto questo segna la vita, il carattere e poi anche l’arte di Frida. Non se ne distaccò mai. Di sangue misto, tedesco e messicano, crebbe nel mito di un Messico rivoluzionario, introiettando tutti i caratteri di una personalità̀ libera e indomita, che trova nella pittura un linguaggio appassionato, viscerale, dai forti contenuti impietosamente autobiografici, con cui si racconta senza ipocrisie. Accanto a Frida è spesso ritratto Diego Rivera, il pittore e muralista con cui ha condiviso un rapporto intenso e turbolento, che ha attraversato gran parte della sua vita. Ma vi appaiono anche altri personaggi come Leon Trotsky e André Breton. E molti visitatori scoprono, attraverso le foto di questi protagonisti della storia e della politica, di avere le idee confuse o di avere dimenticato quegli anni; anni che oggi sono scivolati via veloci anche nel bagaglio storico-culturale individuale di ciascuno. Breve è la storia dei miti, anche se sinceri. Una mostra sulla vita intima e giovanile su Frida è, in buona sostanza, soprattutto una mostra sul quel Messico romantico, stravagante, tragico e difficile che è stato poi molto, forse troppo, mitizzato e riproposto in chiavi di lettura, ma anche di contenuti, assai differenti. Ed  è così che quei quasi goffi ed incerti soldati dell’esercito rivoluzionario del tempo, (relegati in piccole foto in bianco nero e bianco e grigio), ci arrivano come Don Chisciotti a cavallo di ossuti e stanchi quadrupedi. Nemmeno il primo “manifesto della pittura rivoluzionaria” firmato da Breton e Rivera, e una documentazione fotografica a colori della famosa Casa Azul, un buon ritiro un tempo amoroso poi tana e rifugio di Frida negli ultimi anni, riescono a cancellare l’infinita femminile tristezza di chi ha sempre inseguito una realtà e un racconto rimasto in parte immaginario.

Info: La Mole

Didascalia dell’immagine in alto: Guillermo Kahlo, Ritratto di famiglia con Frida Kahlo, Messico, 1928


Guillermo Kahlo, Frida Kahlo a quattro anni, Messico,11-9-1911


Guillermo Kahlo,  Frida Kahlo diciottenne, Messico, 1926


Guillermo Kahlo, Ritratto di Frida Kahlo dopo la morte della madre, Messico, 16-10-1932


Guillermo Kahlo, Frida Kahlo, Messico, 1932