Demetrio Paparoni, Cristo e l’impronta dell’arte. Il divino e la sua rappresentazione nell’arte di ieri e di oggi

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Demetrio Paparoni, Cristo e l’impronta dell’arte. Il divino e la sua rappresentazione nell’arte di ieri e di oggi

cristo-arte1Edizioni Skira

 

Da Giotto a Yves Klein, passando per Bosch, Beato Angelico, Mantegna, Caravaggio, El Greco, il critico d’arte Demetrio Paparoni conduce i lettori in un viaggio nella rappresentazione dell’icona massima, cioè la storia dell’immagine di Gesù.

Paparoni affronta una delle questioni più complesse della storia dell’arte, è infatti senza dubbio il soggetto più rappresentato, attraversando i secoli senza un criterio cronologico, confrontando modelli e mutazioni di un’ “imago” che ha unito i secoli nella sua diversità.

Dal raffronto con i punti fermi dell’iconografia di Cristo nei secoli, approda all’arte dei nostri giorni mettendo in evidenza come, già dalla seconda metà dell’Ottocento, la rappresentazione di Cristo tende a sottrarsi alla narrazione religiosa per farsi simbolo della sofferenza umana. Ne consegue una rappresentazione di Cristo legata alle vicende personali dei singoli individui e alle vicende storiche, come dimostrano le crocifissioni di James Ensor, Lovis Corinth, Max Beckman o Marc Chagall. Il libro mette in gioco inediti accostamenti che consentono di analizzare le antropometrie di Yves Klein e le tante opere realizzate attraverso l’impronta del corpo umano in relazione alla Sindone di Torino.

Dedica inoltre attenzione al modo in cui la figura di Cristo compare nell’arte cinese contemporanea. La Cina infatti, dopo la fine del culti di Mao, si sta aprendo alla storia dell’arte occidentale, che è soprattutto storia dell’immagine di Cristo.

 

Info: Skira

 

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