ARTEVAGANDO – Pinacoteca del Beato Sante a Mombaroccio

ARTEVAGANDO – Pinacoteca del Beato Sante a Mombaroccio

Convento del Beato Sante, Mombaroccio

UN ARTISTA DA RILANCIARE

Alla Pinacoteca del Beato Sante a Mombaroccio arrivano con il consueto entusiasmo e desiderio di studiare e di nuove scoperte la nostra giornalista Loredana Cinti e lo storico dell’arte Giancarlo Mandolini. Di nuovo in campo quindi il nostro duo di “cercatori dell’arte”.
Il convento del Beato Sante è un santuario francescano, situato nel comune di Mombaroccio, in provincia di Pesaro e Urbino. Sorge sulla sommità di un colle, a 393 metri, nella località di Passo, fu fondato nel 1223 quando ancora il loro padre Francesco d’Assisi era in vita.
Nel 1368 prendeva qui l’abito francescano dei frati minori, Giovanni Sante Brancorsini (1343 – 1394) che visse nel convento fino alla sua morte e che diverrà il Beato Sante.
Il convento del Beato Sante ospita dal 2001 una sezione permanente d’arte sacra contemporanea, costituita da cinquanta dipinti tutti opera di artisti marchigiani della seconda metà del Novecento che parteciparono all’ormai storico premio Giovanbattista Salvi e successivamente selezionati dalla collezione di padre Stefano Troiani. La mostra è suddivisa in tre sale ognuna di esse caratterizzata da un soggetto religioso distinto: figura di Cristo, soggetto francescano e immagini devozionali.
Il quadro preso in esame è dipinto a tempera all’uovo e narra l’incontro dei Santi Gioacchino ed Anna presso la porta aurea di Gerusalemme.
Al centro della composizione, in primo piano, Gioacchino ed Anna si stringono la mano con tenerezza. La cromia è dominata dal blu e dal rosso. Gioacchino è proteso verso la sposa che, commossa, trattiene con la  mano sinistra due lembi dell’abbondante manto. Dietro un servo porta sulle spalle un agnello mentre un angelo è posato sopra di loro. A destra due donne commentano l’avvenimento. All’estrema destra c’è un ceppo d’albero secco da dove sbocca un virgulto che sta diventando albero. L’autore, ignoto, si è riferito al Vangelo apocrifo attribuito a San Giacomo apostolo. A sinistra si vede la città fortificata.
Dal dipinto si può ipotizzare che l’artista si è formato  alla scuola toscana: si intravedono le influenze del Botticelli, del Ghirlandaio e di Francesco di Giorgio Martini.
Le evidenti analogie con la Madonna di S.Leo fanno pensare a Luca di Frosino presente alla corte di Federico da Montefeltro.
Sono quindi molti gli spunti per nuove ricerche e per ridefinire meglio non solo la storia e gli avvenimenti di questa zona, ma anche dell’intera regione. I temi religiosi infatti raccolgono lo spirito, l’anima e i sentimenti diffusi del tempo.


FOTO IN ALTO: DALL’ARCHIVIO PERSONALE DI GIANCARLO MANDOLINI

 

Ascolta l’audiointervista di Loredana Cinti: