ARTE VAGANDO – LA SCAGLIOLA: UN’ARTE ANTICA MA VIVA

ARTE VAGANDO – LA SCAGLIOLA: UN’ARTE ANTICA MA VIVA

RIPRENDE IL VIAGGIO NEGLI ANTICHI BORGHI DELLE MARCHE

Una giornalista e uno dei massimi esperti di arte nelle Marche, infaticabile binomio quello di Loredana Cinti e Giancarlo Mandolini. Sempre in movimento alla ricerca di quella bellezza un po’ trascurata dai media tradizionali e forse anche dal turismo organizzato. Ma forse questa è la fortuna di una regione dove ancora tutto è possibile. Piccole e grandi scoperte, sollecitazioni a recuperare e a rilanciare arti, mestieri e saperi quasi dimenticati. Infatti oggi ritroviamo e riflettiamo sull’arte della scagliola, presente in molte belle località e spesso in piccoli centri dell’entroterra, con pregevoli paliotti in chiese e luoghi sacri. Questa tappa è dedicata a Mombaroccio, nel pesarese. Non lontano dal paese, protetto da un fitto bosco di roverelle, aceri, castagni e altre numerose specie di alberi appartenenti alla vegetazione mediterranea, sorge il complesso architettonico dedicato al “Beato Sante”, un Santuario Francescano ubicato sulla sommità di un colle, fondato nel 1223 quando ancora il loro Padre Francesco d’Assisi era vivo.
La chiesa si presenta a due navate. All’interno, sul primo altare della navata destra, dietro un Crocefisso ligneo del XVI° secolo, è collocata una tavola Madonna e Marie, attribuita a Colla dell’Amatrice. Nella Cappella riposano i resti del Beato Sante.
Nell’intervista audio della Cinti a Mandolini, si descrivono dettagliatamente i Paliotti d’arte di scagliola policroma presenti nell’altare maggiore, che sono  di grande pregio: (la scagliola è un tipo di gesso fine usato in edilizia e in scultura, nonché la tecnica di intarsio che alla fine del Cinquecento primi anni del Seicento nacque per imitare marmi e pietre dure). I Paliotti rappresentano più temi, ma in particolare Mandolini si sofferma su quello centrale e più importante: “L’estasi di San Francesco di Assisi”. L’artista è un frate minore, Padre Silvestro da Bologna, molto noto nel Settecento. Dal 2001 il convento ospita una sezione permanente d’arte sacra contemporanea costituita da 50 dipinti di artisti marchigiani della seconda metà del Novecento.

FOTO IN ALTO: DALL’ARCHIVIO PERSONALE DI GIANCARLO MANDOLINI

 

Ascolta l’audiointervista di Loredana Cinti: