69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

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69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

kim-leone-phcall-cinema324I premi ufficiali della 69. Mostra del Cinema

 

Una mostra in coerenza con lo “stato dell’arte” del cinema internazionale: tra registi più o meno grandi, più o meno innovativi; nuovi attori, spesso sorprendentemente bravi; luci che si accendono soprattutto per i film fuori concorso; una giuria tutto sommato mediamente accettabile. L’intellettuale Paolo Baratta con i suoi architetti ha offuscato Alberto Barbera? La sua direzione è stata però encomiabile e quasi tutti i film in concorso sono di qualità. Il problema è che il red carpet affascina sempre meno (giovanissimi a parte); gli stessi divi lo percorrono con meno enfasi e con un tocco di autoironia. E’ tempo di crisi economica e siamo tutti più seri e alla ricerca di concretezza e di intelligente saggezza. L’immagine più significativa: la stretta di mano tra il presidente Giorgio Napolitano e Robert Redford a ricordare il suo Festival personale super impegnato.

I premi sono stati scelti tra una serie di titoli aperti a spiritualità provenienti da culture lontane e diretti da registi di formazione diversa. I temi che hanno conbtraddistinto i film della Mostra sono stati la società e il male che la debilita, le atrocità di un capitalismo spietato, la crisi vista da diverse prospettive.

 

Ecco allora il voto unanime con il Leone d’Oro per il miglior film a Pietà di Kim Ki-duk perchè riassume i temi della Mostra e perchè il regista è riuscito a tradurre il senso del dolore, della pietà e della violenza in strumenti di purificazione. E’ il primo film coreano nella storia del festival a vincere il premio più prestigioso; è un film in cui si mescolano denaro, vendetta, perdono, pietà e maternità. La storia piena di quella violenza che caratterizza da sempre il regista racconta di un usuraio tra i più feroci capace di storpiare la gente pur di ricevere il saldo dell’assicurazione. Ma un bel giorno il demoniaco protagonista incontra una donna che dice di essere sua madre. Di fronte a questa signora lo strozzino è all’inizio diffidente, ma alla fine prevale in lui il suo desiderio di essere amato. In realtà la donna non è davvero quella che lui crede, ma intanto l’animo di entrambi è cambiato verso il meglio.

 

Il Leone d’Argento per la migliore regia a The Master di Paul Thomas Anderson. Il Premio Speciale della Giuria a Paradies: Glaube di Ulrich Seidl.

Coppa Volpi per il miglior attore a Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix nel film The Master di Paul Thomas Anderson. Coppa Volpi per la migliore attrice a Hadas Yaron nel film Lemale Et Ha’Chalal di Rama Bursthein.